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N° 58

                                                                                                           

GODZILLA

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

Quando pensate al Giappone cosa vi viene in mente? Le geishe, le sale da the, l’industria elettronica, Hiroshima e Nagasaki, i manga, gli anime, le finte scolarette disinibite e presumibilmente i robot giganti con un pilota umano che non può fare a meno di annunciare i suoi attacchi ad altra voce. Abbiamo dimenticato qualcosa? Fateci pensare… oh sì: gli animali preistorici giganteschi mutati dalle radiazioni. Come abbiamo potuto tralasciarli?

Qualunque cosa abbia sollevato un’onda di 15 metri potrebbe essere la cosa gigantesca che appare proprio dietro lo tsunami, pensa Tony Stark nell’armatura di Iron Man. Red Ronin, sicuramente.

Non può far molto per fermare l’onda anomala quindi si alza in volo seguito dal suo insolito alleato: Temugin, il Figlio del Mandarino. Mentre l’onda passa Iron Man ode una sorta di ruggito. Un ruggito? Non è esattamente da Red Ronin.

Ora che il cielo è chiaro può vedere che si tratta di un gigantesco dinosauro che avanza lentamente.

<<Non può essere!>> esclama Iron Man <<Sembra… sembra…>>

            È Temugin a dire quello che lui non osa:

-È Godzilla.-

            Tony avrebbe preferito non sentirlo.

 

            A New York War Machine attende fuori dal pronto soccorso dell’Howard A. Stark Memorial Hospital. All’interno i medici si stanno dando da fare per stabilizzare Sasha Hammer finita in coma dopo un combattimento con l’eroe in armatura.

            Improvvisamente ecco scendere da due limousine e correre verso di lui due uomini ed una donna. Dopo che Sasha è stata identificata, sono stati avvisati i suoi parenti più prossimi ed eccoli qui. I suoi incontri con la famiglia Hammer non sono mai stati piacevoli e questo è di gran lunga uno dei peggiori, viste le circostanze.

-Che hai fatto a mia figlia, vigliacco?- gli urla Justine Hammer percuotendolo sul petto, reazione comprensibile da parte di una madre, perfino da una come Justine.

<<Io non le ho fatto niente.>> risponde Jim Rhodes cercando di restare calmo <<È stata lei ad aggredirmi, io mi sono solo difeso.>>

            Tiberius Stone, socio d’affari di Justine la prende con fermezza e l’allontana da War Machine per poi rivolgerglisi:

-Tu sei War Machine, giusto? Sei un fuorilegge ricercato, perché dovremmo credere ad una storia così assurda: una ragazza di 18 anni che attacca te?-

            In effetti, Rhodey non può dargli torto, ma si dà il caso che la storia sia vera.

<<Non m’importa molto di quel che lei crede, Mr. Stone.>> replica <<Sasha mi ha aggredito usando fruste di energia che le uscivano dalle mani. È stata investita da un feedback di quel potere quando io ho usato un campo di forza per difendermi. Mi ha detto di essere stata mutata geneticamente da suo padre… il Mandarino.>>

            Il silenzio cala improvviso e gelido ed è Tiberius Stone a romperlo:

-Il Mandarino è il padre di Sasha? È vero Justine?-

-Non vedo come questo debba interessarti.- replica Justine.

-Ma non lo neghi. Se è vero… questo spiega molte cose degli ultimi giorni. Tu che hai da dire Justin?-

            Justin Hammer sembra spaventosamente vecchio oggi, ma si avverte la sua notevole forza di volontà. Si avvicina a War Machine e lo fissa con ostilità dicendo:

-Non m’importa come o perché è accaduto. Se mia nipote non si riprende io ti riterrò responsabile e ti farò dare la caccia dai migliori uomini che il denaro può comprare e non mi fermerò finché non sarai morto.-

<<Detta da uno che con Iron Man e Tony Stark ha sempre fallito, non è una minaccia che mi impensierisce molto, Hammer.>> replica, sarcastico, Rhodey.

            In quel momento si avvicinano alcuni poliziotti appena arrivati su due autopattuglie.

-Signori…- si rivolge loro Justin Hammer indicando War Machine –Quest’uomo è un fuorilegge ricercato per attentati ad impianti industriali e tentato omicidio. Esigo che lo arrestiate.-

            Sotto il casco Rhodey sospira. Ecco uno di quei casi in cui la pretesa di essere lo stesso War Machine dell’epoca in cui Parnell Jacobs si era impadronito della precedente versione dell’armatura, gli si rivolta contro. Gli era sembrata una buona idea al momento, così avrebbe potuto compiere azioni di cui Tony Stark e le sue industrie non avrebbero dovuto sopportare il biasimo, ma c’era sempre il rovescio della medaglia delle reazioni delle autorità.

            Dopo un attimo di esitazione i poliziotti estraggono le pistole e gliele puntano contro.

<Non ho nulla contro di voi, ragazzi…>> si rivolge loro War Machine <<… e qui sono rimasto anche troppo.>>

            Spara un colpo moderato di raggi repulsori che fanno cadere a terra i poliziotti per poi spiccare il volo a tutta velocità ed allontanarsi rapidamente.

            Tiberius Stone sogghigna divertito poi si volge verso padre e figlia e comincia a chiedersi come poter sfruttare le informazioni apprese oggi.

            La porta della sala emergenza si apre e ne esce un dottore biondo che chiede:

-Siete i parenti di Sasha Hammer?- chiede

            Justine e Justin lo guardano timorosi di ciò che sta per dire.

 

            Ling McPherson si volge a guardare il ragazzo che dorme al suo fianco nel grande letto matrimoniale del suo appartamento, un letto che normalmente occupa da sola, ma non stanotte, una notte passata insieme a Philip Grant, detto il Corvo, hacker insuperabile nonché il figlio che Tony Stark ha avuto a 17 anni dal suo primo amore e di cui fino ad un anno prima ignorava l’esistenza.

Non era scontato che finisse così, pensa la giovane cinoamericana, specie considerando che lei è più vecchia di lui di una decina d’anni circa. Naturalmente si era accorta di come lui la guardava quando erano al lavoro e spesso si era chiesta se il motivo per cui non ci aveva mai provato con lei fosse legato al fatto che lontano da un computer e un collegamento a internet fosse un completo imbranato. Forse non sarebbero mai arrivati a questo punto se lei non avesse insistito che rimanessero sempre insieme così che lei potesse proteggerlo meglio dopo un attentato alla sua vita[1]

Beh adesso Ling può dire che il ragazzo in certe cose è sicuramente all’altezza del padre.

Sorridendo al pensiero la giovane donna allontana il lenzuolo e si siede sul bordo del letto. Esamina alcune cose sul suo tablet, poi fa una telefonata:

-Bethany? Sono Ling. Possiamo incontrarci? Credo di aver bisogno del tuo aiuto.-

 

 

2.

 

 

            Il Mandarino sogghigna mentre respinge l’attacco di Silver Samurai.

-Lo ammetto, Harada…- gli dice -… sei un avversario più in gamba di quel che pensavo, ma nonostante ciò, ti ripeto che non sei alla mia altezza.

            L’energia generata dal potere mutante di Silver Samurai e rilasciata attraverso la sua spada viene bloccata dal potere degli anelli del Mandarino. Per un lungo momento i due sembrano essere in stallo, poi Silver Samurai si ritrova sbalzato contro una parete per poi ricadere sul pavimento.

            Il Mandarino gli si avvicina dicendo:

-Come dicevo: sei stato un avversario valoroso, ma non eri alla mia altezza. Questo scontro poteva finire in un solo modo. Per rispetto al tuo valore ed ai tuoi antenati, ti ucciderò rapidamente.-

-Preferisco restare vivo.- replica Silver Samurai saltando di lato ed evitando il raggio disintegratore del Mandarino, poi afferra la sua katana e vibra un colpo allo stomaco del suo avversario.

            Il Mandarino guarda con curiosità la lama infissa all’altezza dell’ombelico e poi, tirando con entrambe le mani si sfila la lama mentre la ferita si richiude magicamente.

-Non è facile uccidermi finché i miei anelli mi proteggono.- afferma –Sei tenace quasi quanto il mio vecchio nemico Iron Man, ma da solo non potrai mai impedirmi di uccidere Kenshiro Fujikawa.-

-E chi ha detto che è solo?-

            La voce femminile ha il suono di una staffilata e quando il Mandarino si volta vede una donna dai capelli biondo rossicci inguainata in una tuta bianca che tiene in una mano un sai e nell’altra una pistola ed è affiancata da un uomo in armatura da Samurai anch’essa bianca,-

-Io vi conosco: tu sei una delle donne di Stark e tu uno dei Signori del Silenzio: Inazuma.- esclama il Mandarino.

-Il signore ha vinto una bambolina e può passare alla cassa per ritirarla.- commenta, sarcastica, Meredith McCall.

-Fujikawa-san è sotto la nostra protezione.- ribadisce Inazuma –Ti conviene ritirarti finché puoi farlo con onore, Mandarino.-

-Voi…- la voce del Mandarino sale di intensità -… la vostra arroganza merita una punizione e l’avrete.

            I suoi anelli cominciano a brillare tutti insieme.

 

            Non ci posso credere, pensa Iron Man mentre osserva il gigantesco sauro: ho di fronte a me Godzilla. Hanno anche fatto dei film su di lui e lo S.H.I.E.L.D. gli ha dato la caccia con equipaggiamento creato dalla Stark International. Avevo sentito che era scomparso, forse in un’altra dimensione[2] ed invece eccolo qui, nelle sue dimensioni originali pronto a minacciare Tokyo come ai vecchi tempi. Davvero strana la vita.

-Dobbiamo attaccarlo.- dice Temugin.

<<Aspetta…>> lo blocca Iron Man <<Non sembra avere intenzioni ostili, anzi: sembra confuso, come se non sapesse perché è qui.>>

            Tony non ha tutti i torti. Godzilla sembra davvero incerto sul da farsi. Cosa ci fa qui? Non era in una lussureggiante foresta simile a quella in cui era nato? Com’è tornato qui? Conosce questo posto: non venne forse qui la prima volta che si risveglio?[3]

            Prima che il gigantesco sauro possa prendere una decisione, le acque si aprono ed esce Red Ronin.

            Stiamo sfiorando il ridicolo, pensa Iron Man.

 

            Morgan Stark non crede ai suoi occhi: solo pochi minuti prima quelli che sembrano carri armati giocattolo ma di grandezza normale hanno cominciato a sparare proiettili veri contro la folla radunata per l’inaugurazione di una nuova fabbrica Stark-Fujikawa a Taiwan. Agendo d’istinto Morgan ha gettato fuori tiro la sua compagna Rumiko Fujikawa e poi le si è gettato sopra, ma un secondo colpo li avrebbe uccisi entrambi se non fosse intervenuto un misterioso individuo vestito con un’armatura verde da samurai che ha bloccato i colpi con una specie di scudo energetico.

            Morgan non può sapere che il vero bersaglio dei gingilli creati da Madame Macabra, figlia adottiva del Mandarino e maestra della miniaturizzazione, è Rumiko e che il Mandarino intende impadronirsi della Stark –Fujikawa dopo aver sterminato la famiglia Fujikawa che detiene la maggioranza delle azioni. Se lo sapesse, forse fuggirebbe spaventato, consapevole che il prossimo bersaglio sarebbe proprio lui, il secondo azionista. Quel che nemmeno il Mandarino forse sa è che il vero piano di Fuyumi Fujikawa, sorella di Rumiko, e del suo amante Matsu’o Tsurayaba è di essere loro a conquistare la S-F dopo che il Mandarino avrà fatto il lavoro sporco per loro.

            Per il Signore del Silenzio noto come Kaminari, questa è una questione secondaria. L’onore esige che lui protegga la vita di Rumiko e del suo uomo, il resto è secondario. La sua spada apre in due i carri armati creati da Madame Macabra come se fossero fatti di carta.

            La giovane cinese freme di collera e decide di usare un’altra arma: piccoli droni si sollevano in volo per poi ingrandirsi sino alla stazza di un vero caccia e cominciano a mitragliare la folla.

            In piedi in mezzo alla strada Kaminari attende il momento giusto.

 

 

3.

 

 

            Sì… la cosa sta davvero diventando ridicola, pensa Tony mentre scatta verso l’alto. Un robot gigante contro un dinosauro. Se adesso salta fuori anche una tartaruga gigante mi metto a urlare.

            In confronto ai due giganti alti trenta metri Iron Man si sente davvero molto piccolo e loro non sembrano nemmeno accorgersi della sua presenza. D’altra parte che deve fare: aiutare Godzilla contro Red Ronin o il contrario? Dentro Red Ronin c’è pur sempre Fuyumi Fujikawa ed anche se ha tentato di ucciderlo non vuole essere lui a doverne annunciare la morte a Rumiko e suo nonno.

<<Fermi!>> intima sparando una scarica di repulsori tra i due enormi litiganti.

            Godzilla lo guarda. Se i dinosauri avessero delle espressioni facciali la sua sarebbe di sorpresa. Spalanca le sue fauci e scarica una fiammata contro il microbo in armatura che ha osato disturbarlo.

            Iron Man perde il controllo del volo e precipita, ma la cosa dura solo pochi secondi: la fiamma atomica di Godzilla ha solo dato una ricarica aggiuntiva all’armatura.

            Nel frattempo Red Ronin ha scaricato su Godzilla tutto il suo armamento. La battaglia, forse a causa della stazza dei combattenti, ha un respiro epico. Le armi del robot, come la mitragliatrice laser, fanno vacillare il dinosauro che però resiste e torna alla carica.

-Godzilla vincerà.- commenta Temugin con convinzione.

<<Beh… non sono certo entusiasta di combattere il vincitore.>> replica Iron Man.

            Come aveva previsto Temugin, Red Ronin vacilla sotto i ripetuti assalti di Godzilla e cade in acqua. La sua testa si distacca e vola via.  Bene, pensa Tony, almeno Fuyumi è viva, ma non posso correrle dietro finché questo bestione è in giro: conosco le mie priorità.

            Godzilla sta lanciando ruggiti (o almeno Tony li definirebbe così) di soddisfazione per la vittoria ottenuta.

<<Ehi, Fido…>> urla Tony fingendo una sicurezza che è ben lontano dall’avere <<… sono qui.>> 

            Il gigantesco sauro si volta verso Iron Man e ancora una volta spalanca le fauci.

 

            Pepper Potts si abbandona sulla poltrona dirigenziale. Un altro successo per la brillante dirigente d’azienda che sono diventata, pensa, un altro lucroso contratto di consulenza per la Stark Solutions, qualcosa che Tony sarà in grado di sbrigare in cinque minuti c’è da scommettere. Una volta che sarà tornato, ovviamente. L’ultima volta che l’ha sentito stava cercando la nipote di Kenshiro Fujikawa ma da allora non ci sono sue notizie. Non dirette almeno: la WWN[4] ha mandato un servizio su Iron Man che affrontava un robot gigante. Tanto per cambiare Tony sa sempre mettersi nei guai. Beh… sapevo quel che facevo quando ho accettato la sua proposta di diventare la sua donna, pensa, non posso lamentarmi. Ad ogni modo sarà meglio che torni presto, ne sente davvero la mancanza.

 

            L’uomo chiamato Kaze fissa Cybermancer con severità:

-Pensavo fossi una donna d’onore, Suzi Endo…- le dice -… ma vedo che hai accettato di diventare una volgare assassina pur di compiacere il Mandarino.-

-Amico, non so chi tu sia o come mi conosci…- replica Cybermancer -… ma se pensi di essere all’altezza del mio guanto ti sbagli.-

-Sei ebbra del tuo potere e questo ti perderà.-

            L’energia del guanto crepita quando Cybermancer lancia il suo attacco ma il suo avversario scompare per riapparire subito al suo fianco e colpirla col piatto della sua spada. Suzi Endo cade al suolo.

-Come… come hai fatto?- chiede ansimando la ragazza nippoamericana.

-Io sono Kaze, il Vento, e come il vento sono rapido ed implacabile.- è la risposta.

-Beh… anch’io so essere rapida.-

            Cybermancer scarica un altro colpo sul suo avversario che viene scagliato oltre la finestra. La ragazza lo segue volando.

            Kenzo Fujikawa è sempre stato un uomo pragmatico e quando vede Kaze cadere verso di lui seguito da Cybermancer non perde tempo a farsi domande e spinge via il nuovo General Manager del complesso industriale. Il Signore del Silenzio può essere stato mandato solo da suo padre e ciò vuol dire che il pericolo è serio.

            Suzi Endo sarebbe probabilmente lusingata di sapere che Kenzo la considera un vero pericolo ma è troppo             occupata con Kaze per pensarci.

-Tu sei uno dei Signori del Silenzio.- esclama –Credevo foste leggende per spaventare i bambini.-

-Meglio per te se lo fossimo stati, Suzi.- replica Kaze –Non dovresti affrontare il giudizio del fato.-

-Chi sei tu? Parli come se mi conoscessi, com’è possibile?-

-Guardami bene e avrai la tua risposta.-

            Ed è quello che Suzi Endo fa e quel che vede nel volto e negli occhi dell’uomo davanti a lei le fa urlare:

-No!-

            La sua guardia si apre troppo e il kusarigama di Kaze la colpisce con tutta la forza del peso che ne è un componente facendola finire a terra svenuta.

-Mi dispiace ragazza… tu mi hai costretto.- mormora il Signore del silenzio

            Solleva il falcetto e fa per calarlo sull’ormai inerme Cybermancer quando una voce echeggia nel salone:

-Fermo.-

            Kenzo Fujikawa avanza verso di lui e Kaze replica:

-Questa donna voleva ucciderti, è mio dovere porre fine al pericolo che lei rappresenta per te.-

-Ora non è più un pericolo e ucciderla non sarebbe onorevole-

-Io credo che tu stia sbagliando Fujikawa-san ma per rispetto del debito d’onore che ho verso tuo padre onorerò la tua richiesta.-

            Con un gesto rapido della sua spada Kaze sfila il guanto metallico dalla mano destra dell’esanime Suzi Endo e lo porge a Fujikawa.

-Senza questo lei è davvero senza alcun potere. Lo affido a te.- gli dice.

            Nel frattempo Kenzo si è chinato sulla giovane donna e le ha sfilato la maschera.

-Suzi Endo.- mormora –Una ragazza molto bella e in gamba ma rovinata dall’ambizione, Possibile che da solo il potere di questo guanto sia bastato a corrompere la sua anima?-

            Ma se spera di avere una risposta dall’enigmatico Kaze, Kenzo resta deluso perché il Signore del Silenzio è scomparso silenziosamente com’era venuto.

            Kenzo fissa il guanto nelle sue mani che ancora brilla di energia residua. Un oggetto di valore, pensa, dovrei consegnarlo alle autorità, ma sarebbe un vero peccato. Forse gli scienziati della Stark-Fujikawa potrebbero scoprire i suoi segreti e magari replicarlo… magari.

 

 

4.

 

 

            Mi chiamano l’Invincibile Iron Man, pensa Tony Stark, ma non mi seno tanto invincibile in questo momento davanti ad un dinosauro alto circa 30 metri che, per giunta, è anche una specie di fornace nucleare ambulante e che non ho la più pallida idea di come fermare.

            Godzilla sta per sparare una delle sue scariche di fuoco e il figlio del Mandarino, sul suo drago volante, è proprio sulla sua linea di tiro. Sarebbe facile stare fermi e lasciare che sia incenerito, pensa Iron Man ma se lo facesse, quale sarebbe la differenza tra lui ed i suoi nemici? D’impulso si frappone tra Godzilla e Temugin. Per istanti che sembrano interminabili gli sembra di essere dentro un forno poi le termocoppie regolano la temperatura assorbendo il calore in eccesso.

-Mi ha salvato ancora la vita.- esclama Temugin,

<<Già. Imbarazzante, vero?>> replica Tony poi vola verso il muso di Godzilla e gli urla <<Ehi, tu… che intenzioni hai? Se vuoi distruggere Tokyo come ai bei vecchi tempi, temo che dovrò combatterti.>>

            Godzilla lo guarda in uno strano modo. Tony ricorda di aver letto in qualche file dello S.H.I.E.L.D. che il sauro aveva mostrato segni di intelligenza di livello quasi umano. Che lo abbia capito?

            Con un brontolio Godzilla si gira e si avvia verso il mare aperto venendo pian piano inghiottito dalle acque.

            Iron Man si sta chiedendo se deve seguirlo quando si accorge che Temugin se ne sta andando. Dopo una breve esitazione decide di seguirlo sperando di non aver preso la decisione sbagliata.

 

            Kaminari alza il suo sasumata, la lunga lancia a due punte che è parte fondamentale del suo armamentario. Da ciascuna delle punte parte un raggio che abbatte un aereo, poi Kaminari lancia il sasumata in aria. Come se fosse dotata di una vita propria la lancia rotea nell’aria e taglia in due un altro aereo quindi piomba su un altro e fa la stessa cosa e poi ancora su un terzo e così via finché non sono tutti abbattuti. A questo punto il sasumata torna nelle mani di Kaminari che sotto gli occhi stupiti di Morgan e Rumiko scompare.

            Da un’altra angolazione Madame Macabra ha assistito allo svolgersi degli eventi ed apre un’ampia borsa ma prima che possa estrarre qualche altro gingillo mortale due forti mani la serrano bloccandole ogni movimento. Kaminari l’ha presa prigioniera ed ogni sforzo di Macabra per liberarsi è inutile.

            Dopo averla legata Kaminari usa la sua corta spada per distruggere la borsa della giovane cinese quindi le parla:

-Dovrei ucciderti, ma non vali lo sforzo. L’umiliazione della sconfitta e della prigione saranno sufficienti per te.-

-Tornerò presto libera.- urla la ragazza-E allora morirai.-

-Tutti muoiono prima o poi.- replica Kaminari –Ma quando toccherà a me, non sarà certo per mano tua.-

 

            È una di quelle che sono definite “uscite tra ragazze” e le ragazze in questione sono tre infermiere dello Stark Memorial Hospital amiche sin dai tempi in cui sono uscite dalla scuola infermieristica. Non sono poi così tanti anni ma all’afroamericana Georgia Jenkins, a Christine Palmer dalla chioma rosso fuoco ed alla bruna Linda Carter a volte sembrano almeno 40.

            Sono sedute in un bar a rievocare i vecchi tempi e parlare (o sparlare?) di medici, paramedici e affini.

-E così, Linda…- sta dicendo Christine -… non hai più visto il dottor Stuart da allora?-

-No io…- Linda Carter si interrompe vedendo passare una donna bionda sul marciapiede all’esterno –Scusatemi un attimo.-

            Si alza ed esce fuori chiamando la donna:

-Miss Bergier… Rebecca, aspetta.-

            Rebecca Bergier rimane un attimo perplessa, poi riconosce la giovane donna: è l’infermiera con cui ha fatto amicizia in ospedale.

-Buongiorno Miss Carter… Linda.-

-Scusami se ti ho fermata ma… se sei da queste parti vuol dire che sei andata a quel gruppo di supporto che ti avevo segnalato non è vero?-

            Rebecca non risponde e abbassa la testa imbarazzata.

-Non devi vergognartene.- insiste Linda –Hai fatto la cosa giusta: non si può pensare di poter sempre affrontare i propri problemi da soli e tu sei stata abbastanza saggia da chiedere auto.-

-Non è stato facile aprirsi con estranei ma ce l’ho fatta.- ammette Rebecca.

-Non perdere mai il tuo coraggio mi raccomando.-

-Se… se avessi bisogno di un po’ di supporto morale posso rivolgermi a… a te… Linda?-

-Se credi davvero di averne bisogno, perché no? Non chiedere aiuto non è un atto di coraggio ma di stupidità.-

            Si salutano rapidamente e mentre Linda raggiunge le sue amiche che la stanno chiamando Rebecca si chiede che le diranno di lei? La metteranno in guardia dalla lesbica? Ma forse lei è diventata troppo cinica sulla natura umana… al mondo non ci sono solo omofobi: perfino uno vecchio stampo come Happy Hogan gliel’ha dimostrato coi fatti e non con le parole. Comunque le ferite lasciate nel suo animo da India Queen o Indries Moomji che dir si voglia sono ancora troppo fresche perché Rebecca possa pensare anche solo di permettere ad un’atra donna di avvicinarsi a lei e non è certo il caso di complicarsi la vita con una etero.

Se ripensa a quella bastarda di Indries le verrebbe voglia di ingoiare un’altra manciata di pillole ma grazie a Dio quell’impulso è sempre meno frequente. Per quanto possa essere doloroso, proverà a rimettere insieme i cocci della sua vita e andare avanti.

 

 

5.

 

 

            Il lampo di luce può essere visto da grande distanza. La villa di Kenshiro Fujikawa ne è totalmente avvolta. Quando cessa il Mandarino guarda i suoi avversari ed esclama:

-Voi… siete vivi?-

            Né Inazuma né Meredith McCall ammetterebbero mai con il loro avversario di essere scossi. Inazuma in particolare si ritrova indebolito per lo sforzo di erigere uno scudo per proteggere lui, Meredith, Silver Samurai e Kenshiro Fujikawa dalla furia del Mandarino. Se il suo avversario capisse che non ha la forza di sostenere un altro combattimento, sarebbe la fine per tutti loro.

            Per loro fortuna il Mandarino è anche lui indebolito dallo sforzo di scatenare il potere di tutti i suoi anelli e deve ricaricarsi.[5] Il primo a capirlo è Silver Samurai che gli si scaglia addosso cercando di colpirlo con la sua katana. È allora che avviene qualcosa di sorprendente: le mani del Mandarino mutano in verdi zampe di drago che afferrano la katana e la strappano dalle mani di Silver Samurai, per poi afferrarlo per il collo.

-Patetici buffoni… non avete ancora capito quanto grande sia il potere del Mandarino?-

<<Perché non lo spieghi anche a me?>>

            Quella voce… sia pur filtrata elettronicamente la riconoscerebbe tra mille…il suo più grande nemico è qui.

 

            Quando ha capito da che punto proveniva il bagliore Iron Man non ha avuto più dubbi: è quasi certo che Godzilla non sia più un pericolo, ma se qualcosa o qualcuno minaccia Kenshiro Fujikawa lui non si perdonerà mai di non averlo saputo proteggere.

            A tutta velocità punta verso la villa. Si accorge di aver perso di vista Temugin ma non può preoccuparsene adesso.

            Il bagliore è cessato e la villa sembra intatta. L’aria tutt’intorno è calda. Sembra di essere in una sauna. Per fortuna la temperatura all’interno dell’armatura viene regolata automaticamente. Dall’interno sente provenire delle voci e una è quella del Mandarino.

            Tony spalanca una porta e vede il Mandarino: le sue mani sembrano zampe di drago e stanno sollevando Silver Samurai e vicino a lui ci sono Inazuma e… Meredith McCall? Allora non aveva avuto le allucinazioni quando aveva creduto di averla vista in quel club.[6] È tornata con i Signori del Silenzio… o forse non li ha mai lasciati? Non può preoccuparsene ora. Non è sicuro se Silver Samurai sia ancora un criminale ma non importa: non può lascialo morire.

            Il Mandarino sta urlando:

-Patetici buffoni… non avete ancora capito quanto grande sia il potere del Mandarino?-

            E Tony non può fare a meno di ribattere in tono sprezzante:

<<Perché non lo spieghi anche a me?>>

            Il Mandarino si volta e lo guarda con odio puro.

-Tu!- e in quell’unica sillaba mette tutto il disprezzo che può.

<<Beh non sono certo il Coniglietto Pasquale.>> ribatte Iron Man <<Comunque non potevo mancare: le tue feste sono sempre molto interessanti e movimentate.>>

-Le tue batture sono irritanti come al solito.-

            Il Mandarino, le cui mani ora sono tornate normali, punta contro il suo avversario l’anello disintegratore ma… non accade nulla.

<<Che succede Mandy, ti si sono scaricate le batterie?>>

            Lo sguardo del Mandarino è di quelli che inceneriscono.

-Bah… poco importa- conclude -Posso comunque sconfiggerti a mani nude con la mia abilità nelle arti marziali.-

            Iron Man sa che non è una vanteria e si prepara a combattere, ma…

-Pensi di riuscire a farcela contro tutti e quattro?-

            Meredith McCall sta puntando un sai contro la nuca del Mandarino.

 

            Quando la tremenda manifestazione di energia è cessata Meredith McCall si è sentita svuotata di ogni forza, consapevole che senza lo scudo di Inazuma tutti loro sarebbero stati ridotti in cenere. Un fato che forse era solo rimandato. Se fosse toccato a lei affrontare il Mandarino non sarebbe durata un secondo.

            Osserva con orrore le mani artigliate del criminale afferrare Silver Samurai. Vorrebbe intervenire ma braccia e gambe le sembrano pesantissime ed è sicura che anche Inazuma sia sull’orlo del collasso e si regga per pura forza di volontà. Tutto è dunque perduto? Ma ecco che accade il miracolo: il suo cavaliere dall’armatura splendente è arrivato per salvarla. Tony ha sempre avuto il dono di un perfetto tempismo.

            A quanto sembra gli anelli del Mandarino si sono scaricati: ha voluto strafare prima. Da quanto dice, vuole affrontare Iron Man a mani nude e se quel che si dice di lui è vero anche solo per metà, può riuscirci e lei non può permetterglielo: non permetterà a quel bastardo cinese di uccidere il padre del suo unico figlio.

            Raccoglie un sai e si avvicina ad un ignaro Mandarino puntandoglielo alla nuca.

-Sei una donna senza onore, Meredith McCall… come tutte le occidentali.- sibila il Mandarino.

-Tu che parli di onore… mi viene da ridere. Meriteresti che usassi questo sai per trapassarti la nuca in quest’istante.-

<<Miss McCall… Meredith…>> interviene Iron Man<<… non farlo.>>

-Perché no? È un assassino. Il mondo starà meglio senza di lui.-

<<E tu? Ti sentirai meglio dopo… con le mani sporche del suo sangue?>>

-Tu che mi fai la morale. Questa è bella. Qualcuno mi ha raccontato che una volta eri pronto a giustiziare un tiranno spaziale.-[7]

<<Quello… quello era diverso.>> ma ne è davvero sicuro? Tony Stark non sa darsi una risposta.

-Discussione interessante.- interviene il Mandarino -Ma ora la decisione spetta a me.-

            Si muove così velocemente che quasi non lo vedono. Meredith sa che se non si fosse spostata le avrebbe spezzato il collo come un fuscello.

-Notevole.- commenta il Mandarino. Decisamente non sei una donna comune Meredith McCall. Le voci sulla tua associazione coi Signori del Silenzio erano, dunque, giuste.-

-Non sai quanto.- replica lei.

-Sia come sia, non è importante. Ciò che conta è che il potere dei miei anelli scorre ancora dentro di me e posso di nuovo scatenarlo contro di voi.-

<<Dovrai passare sul mio cadavere.>>

-Lo farei ugualmente vecchio nemico.-

            Inazuma si muove e si mette a fianco di Iron Man, seguito da Meredith e poi da Silver Samurai.

-Sei così sicuro di poterci battere tutti e quattro ora?- getta la sfida Inazuma.

            Il Mandarino punta le sue dita e si prepara a colpire, quando…

-Fermo, padre.-

            Temugin è appena arrivato.

-Come osi interrompermi, figlio, proprio mentre sto per distruggere i miei nemici?- ribatte, irato, il Mandarino.

-Oggi Iron Man mi ha salvato la vita due volte. L’onore richiede che io ora difenda la sua.-

            Il Mandarino esita. Dal suo sguardo sembra quasi che contempli l’idea di uccidere il suo stesso figlio pur di schiacciare i suoi avversari, poi, lentamente, abbassa le mani e le cela nelle ampie maniche della sua veste, quindi si rivolge ad Iron Man:

-E sia… hai guadagnato una tregua mio vecchio nemico… ma è solo temporanea . Nella mia magnanimità faccio dono a te ed i tuoi amici della vita, ma non sarò più così misericordioso la prossima volta che ci incontreremo.- si volge verso Kenshiro Fujikawa –Ho acconsentito alle richieste di Tsurayaba e di tua nipote perché mi divertiva ma ho sprecato tempo e perso pedine preziose. Non sono un volgare assassino. Per ora tu e la tua famiglia non dovrete temere nulla da me. Che m’importa di una stupida multinazionale dell’industria quando presto avrò il mondo ai miei piedi? Andiamo, figlio.-

<<Ehi, pensi davvero che ti lascerò andare?>>

-Penso semplicemente che tu non possa impedirmelo.- è la secca risposta –Addio… per ora.-

            Le figure del Mandarino e di Temugin si fanno improvvisamente diafane poi… semplicemente scompaiono.-

<<Odio quando usa quel trucchetto.>> è il solo commento di Iron Man.

            Lo scontro è solo rimandato.

 

 

EPILOGO

 

 

            È giorno pieno quando Tony Stark, in abiti civili, torna da Kenshiro Fujikawa. Non è un’impresa facile dirgli la verità su sua nipote Fuyumi ma il vecchio sembra prenderla bene in un certo modo. Non dice nulla e si congeda dal suo ospite con poche parole.

-Non è facile accettare che il sangue del tuo sangue voleva uccidere la sua famiglia per pura brama di potere.- dice Meredith McCall

-Beh… tutti hanno delle mele marce in famiglia. Almeno mio cugino Morgan non ha mai tentato di uccidermi… credo- replica Tony, poi cambia argomento -Non credevo di trovarti qui in Giappone. Sapevo che avevi dei legami con la famiglia Fujikawa da quando fecero il tuo nome come membro del Consiglio dei Direttori della REvolution ma non mi hai mai spiegato di che genere fosse.-

-Diciamo che il vecchio Fujikawa mi considera una specie di figlia e mi ha fatto un grosso favore tempo fa di cui gli sono molto grata. Un giorno te ne parlerò, ma non oggi.-

-Come desideri. Immagino che i tuoi amici Signori del Silenzio ti abbiano detto degli attentati sventati a Hong Kong e Taiwan.-

-Naturalmente. È tutto collegato a quel debito d’onore di cui ti parlavo… che è il motivo per cui svolgerò un certo incarico per Fujikawa-san.-

-Di cui ho capito che non devo chiederti niente. Quindi non tornerai negli Stati Uniti con me, giusto?-

-No… non per adesso.-

            Meredith esita poi si rivolge ancora a Tony:

-Posso chiederti un favore?-

-Dimmi.-

-Tieni d’occhio Philip. Ho una brutta sensazione su di lui: ha un talento naturale permettersi nei guai.-

-Chissà da chi avrà preso con due genitori tranquilli come me e te.- commenta Tony ridendo –Tranquilla… lo farò.-

-Bene… spero che ci rivedremo presto.-

            Gli volta le spalle e Tony la osserva andar via. Per qualche attimo si chiede come sarebbe andata se avessero sfidato i loro genitori e fossero rimasti insieme, poi scaccia quel pensiero e si concentra sul suo imminente ritorno a casa.

            A Meredith, agli intrighi dei Fujikawa e al Mandarino penserà un altro giorno… un giorno che teme arriverà fin troppo presto.

 

 

FINE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Fine dell’avventura giapponese di Iron Man che lascia irrisolte molte questioni che saranno affrontate nei prossimi episodi. Se pensate che rivedremo presto il Mandarino… beh avete ragione… ma ora spazio alle note:

1)     Ebbene lo confesso: alcune situazioni presentate in quest’episodio sono state un mero pretesto per vedere in azione Godzilla e come resistere alla tentazione di farlo combattere contro un robottone gigante? -_^

2)     Se volete saperne di più del fato di Fuyumi Fujikawa e dei piani di Matsu’o Tsurayaba vi consiglio di seguire Marvel Knights a partire dal n. 63.

3)     Nota di continuity: dopo questa storia Tony Stark e Iron Man appariranno su Destino #7.

Nel prossimo episodio: Meredith Mc Call va a Hong Kong, un vecchio amico chiama Jim Rhodes, il Mandarino continua a tramare nell’ombra, Iron Man ritrova un vecchio avversario, le vite complicate del nostro nutrito cast di comprimari e molto altro ancora.

            Non Mancate.

 

 

Carlo



[1] Nell’episodio #54.

[2] Nella breve e sfortunata serie MIT di Godzilla

[3] Nel leggendario film “Godzilla, il Re dei Mostri” di Ishiro Honda (1954)

[4] World Wide News, network di notizie 24 ore su 24 parte della Howard Media Inc

[5] No… non ha bisogno di una batteria del potere per farlo.-_^

[6] Nel n. 56.

[7] Nel teso finale di Operazione Tempesta nella Galassia